PROFUMUM ROMA
Sant’Elena Sannita: poche case tutte diverse fra loro, duecentocinquanta anime, poco più poco meno, e una statua di bronzo che raffigura un arrotino d’altri tempi.
Dopo Isernia, al bivio di Boiano si gira e si sale su, ora come allora.
Eccola Sant’Elena Sannita distesa su se stessa, su un rilievo a Settecentocinquanta metri d’altitudine. Quando alla fine della seconda guerra mondiale, Celestino Durante, torna dalle vicissitudini del conflitto, anche con qualche ricordo sul fisico, e percorre quelle curve per riabbracciare papà Giuseppe e mamma Lucia, quel borgo conta ancora duemilacinquecento persone.
Il duro lavoro della terra e qualche capo di bestiame, erano state e sono le uniche risorse economiche e di vita per la maggioranza della comunità santelenese: ma molti di quei ragazzi avevano una grande maestria sotto le loro mani, le forbici, i coltelli e qualsiasi strumento da taglio e di lama tornavano come nuovi. Celestino raccoglie le poche cose che ha e con Luisa, divenuta sua moglie, decidono di partire per Roma. Con lui partono in tanti. Ognuno per la propria strada e i propri sogni, ciascuno di loro con una bicicletta attrezzata alla bisogna, qualcuno più fortunato con una lambretta, inizia a girare per lungo e per largo la città.
Ben presto i ragazzi di Sant’Elena riescono a far valere il loro talento. Le biciclette con molti sacrifici nel tempo si trasformano in negozi, dove insieme all’amata ruota, relegata nel retrobottega, si comincia a esporre il sapone per radersi venduto a peso, lozioni per capelli e qualche colonia.
Gli anni passano e i nomi di quei ragazzi fanno mostra di se nelle più belle vie di Roma. Gli arrotini santelenesi sono ora i più importanti profumieri della città eterna.
Celestino e Luisa fanno ora i nonni, e lasciano a Giuseppe, Luciano, Maria e Felice di fare e credere in se stessi.